Sa Corona Arrùbia

Setzu

Setzu, sito a m 206 slm, si estende per 7,82 kmq. Alla data odierna conta 146 abitanti, ed è il più piccolo Comune della provincia di Cagliari e il quart’ultimo dei Comuni autonomi della Sardegna, prima di Soddì e Monteleone Rocca Doria con 116 abitanti e di Baradili con soli 90.
 
Durante il medioevo Setzu fece parte del Giudicato d’Arborea. Dopo la resa del Marchese di Oristano Leonardo Cubello e la caduta del Giudicato d’Arborea (1410) l’abitato passò in mano agli Aragonesi che lo infeudarono ai Carroz, Conti di Quirra, unitamente alle altre ville comprese nella Incontrada di Marmilla. Nel 1603, con i nuovi feudatari, i Centelles, la contea di Quirra venne elevata al ragno di marchesato; dai Centelles passò poi agli Osorio. Durante l’Ottocento era fiorente la nobiltà, data la presenza di ben tre famiglie blasonate: i Massidda, i Diana, i Puddu.
 
Il Comune di Setzu, pur essendo un piccolo paese, merita senza dubbio una particolare attenzione per quanto concerne il turismo, in forte sviluppo grazie alla Giara, al recupero delle vecchie tipologie abitative del centro storico, alle chiese, all’archeologia. Passeggiando tra i vicoletti del centro storico, si può ammirare la Parrocchiale di S. Leonardo Confessore (XVI sec.), intitolata al patrono e la piccola Chiesa di S. Cristoforo che fu restaurata negli anni 1996-1997, è ed stata riaperta al culto il 13 aprile 1997. Ha antiche origini e potrebbe essere stata la prima parrocchia del paese; la presenza attigua dell’antico cimitero monumentale, che si snoda attorno ad essa, avvalorerebbe tale ipotesi, ma purtroppo non esistono prove documentali a riguardo.
 
Da punto di vista storico-culturale si segnalano anche il Centro Culturale Multimediale dell’Età Nuragica e pre-nuragica “Filo di memoria” di recente apertura e la domus de janas “Sa domu ‘e s’Orku” di Setzu che si trova nella strada che conduce al pianoro della Giara di Setzu. In questo straordinario scenario naturalistico crescono molteplici varietà di fiori campestri, come il ciclamino e le orchidee selvatiche, ma soprattutto, con un po’ di fortuna, si possono trovare i famosi cavallini dagli occhi a mandorla, che si fermano di frequente, per abbeverarsi, presso is paulis che in primavera raggiungono il massimo splendore tappezzati dai ranuncoli d’acqua.