Sa Corona Arrùbia

Barumini

Il Comune di Barumini, m 250 slm., a circa 60 km da Cagliari, è raggiungibile percorrendo la SS. 131, svoltando al bivio di Villasanta (km 40). Il paese, 1400 abitanti, si trova in una classica zona di colline basse e arrotondate che consente un buon livello agricolo e pastorale. La radice bar del toponimo è di lingua dei sardi e significa cavità, avvallamento, in composizione col suffisso ùmini (affine a Ladùmini in agro di Serri) che significa luogo spazioso e Cugùmine di Noragugùmine (cacumen, cucuzzolo).
 
La storia di Barumini inizia circa 3500 anni fa, sul colle dove attualmente sorgono la Parrocchiale dell'Immacolata e Palazzo Zapata e dove anticamente erano presenti Nuraxi ‘e cresia e un piccolo villaggio di capanne intorno. Non mancano tuttavia testimonianze di epoca romana, presenti ovunque nel territorio. Dal XI sec. Barumini appartiene al giudicato di Arborea, nella curatoria di Marmilla, e di essa fu il capoluogo. Nel 1358 (Iudex Mariano IV) figura un vicariatu de Barumini. Con la capitolazione del Giudice d’Arborea, nel 1410, Barumini passa al Marchesato d’Oristano fino al 1479, quando la Sardegna entra in possesso della Corona Spagnola regnante Ferdinando il Cattolico. Già una sessantina d’anni prima, nel 1420, Barumini era diventata capitale di feudo per concessione reale a G. Raimondo di Montecatena dal cui figlio Lorenzo fu venduto a Pietro Besuldone. Incorporato in seguito nel fisco reale, il feudo fu ceduto a Pietro di Rocalberti, il quale, con il consenso di Carlo V, vendette la baronia, con le ville di Barùmini, Lasplassas e Villanovafranca, a don Azzor Zapata, preside, ossia alcaide presente, del Castello e della Città di Cagliari.
 
È di questi anni la costruzione dello splendido Palazzo Zapata, ed è da questa data che prende fisionomia l’abitato e il tessuto urbano della Barumini che oggi conosciamo: un intrecciarsi di case rurali di impianto architettonico complesso, cui si accede dai numerosi portali ad arco, esempio mirabile di uno stile che si è protratto fino ai giorni nostri. Da segnalare nella prima metà dell’Ottocento la costruzione del nuovo Monte Granatico. Oggi Barumini è nota al mondo per la presenza del Villaggio e della Regia Nuragica (Su Nuraxi) dichiarata, nel 1997, Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, anche grazie all’opera infaticabile di G. Lilliu, padre della moderna archeologia sarda.
 
A testimonianza dell’importanza storica del paese, Barumini vanta ben sei edifici religiosi. La Chiesa di S. Nicola (fine XII-inizio del XIII sec.), la Chiesa di S. Giovanni che è riferibile al XIII sec. Cinquecenteschi e secenteschi sono i restanti edifici religiosi. La Chiesa di S. Lucia che presenta nella parte presbiteriale segni di architettura tardogotica, specie nella finestrina archiacuta del retro; la chiesa di S. Tecla (XVII sec.), di stile aragonese, che nel 1787 fu destinata a cimitero pubblico; la Parrocchiale dell’Immacolata, opera di grande valore architettonico e la Chiesa di S. Francesco.