Sa Corona Arrùbia

Parco Geobotanico

Occuparsi del settore di valorizzazione turistica e naturalistica di un territorio non è mai compito facile, soprattutto se l’impatto antropico è stato notevole. La storia del territorio insegna che il mondo agro-pastorale è stato ed è imperante a svantaggio dell’economia silvana; inoltre, insegna anche che le modificazioni territoriali sono legate a particolari periodi e anche concatenate fra loro, talvolta, in dinamiche cicliche a periodicità costanti. Per far fronte a queste esigenze nell’ambito della gestione dei beni culturali e naturalistici è stato istituito il Parco Geobotanico del Mediterraneo del Consorzio Turistico Sa Corona Arrùbia, che, con i suoi 61 ettari di estensione, circonda il Museo Naturalistico del Territorio G. Pusceddu. Questa è un’area d’interesse scientifico, didattico e turistico, capace di evidenziare le caratteristiche proprie del territorio ed ha tra gli scopi primari quello di salvaguardare le biodiversità della Sardegna.
Tra il 2009 e 2010 il Parco è stato oggetto di studio da parte del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali e Forestali (DISTAF) dell’Università di Firenze che ha attivato un Master & Back per un percorso di rientro per lo studio e valutazione del germoplasma di alcune specie autoctone-ancestrali del piano montano del Gennargentu conservate presso gli arboreti del Consorzio Sa Corona Arrùbia nel Parco Geobotanico del Mediterraneo.
In termini di obiettivi scientifici, il Consorzio desiderava pervenire alla conoscenza delle caratteristiche di popolazioni endemiche in Sardegna e di capirne i processi evolutivi attraverso l’impiego di tecniche raffinate e biotecnologiche di genetica e di biologia molecolare che, associate ad analisi bioinformatiche, hanno portato gli studiosi a ritroso nel tempo per comprendere quali siano stati gli effetti congiunti dei fattori evolutivi. Il lavoro di studio e di ricerca è sfociato nella pubblicazione di un poster scientifico nel quale è stato anche specificato il significato del germoplasma, volgarmente detto il DNA delle piante, cioè il materiale ereditario trasmesso alla prole mediante le cellule germinali, in grado di permettere di preservare in modo diretto la biodiversità a livello genetico. Le banche del germoplasma e i parchi naturalistici concorrono alla strategia per la conservazione della natura richiesta dalle principali convenzioni internazionali in materia, proteggono e mantengono elevata la biodiversità di una data specie, studiano e migliorano le sementi destinate allo sviluppo agricolo, analizzano parassiti e malattie, raccolgono e conservano i semi delle specie endemiche rare o a rischio di estinzione, andando a costituire le riserve per reintrodurli negli habitat originali. Il Parco Geobotanico del Mediterraneo accoglie, inoltre, flora endemica o in via di estinzione e si accinge a ospitare, a scopo didattico, le specie vegetali della fascia mediterranea dei quattro continenti, oltre che le piante utilizzate per uso alimentare, farmacologico e cosmetico. L’obiettivo del progetto è di costituire dei settori geobotanici, tipici dei diversi piani vegetazionali presenti in Italia, in un’unica grande area, che si pone anche l’obiettivo di una ricostituzione ambientale, a misura d’uomo, capace di ospitare degnamente i flussi turistici che potranno anche apprezzarne il bagaglio culturale derivato da tale ricostituzione ambientale.