Sa Corona Arrùbia

Tomba di Giganti "Su Cuàddu de Nixias" - Lunamatrona

La tomba megalitica di Su Cuàddu de Nixias è una tomba di giganti che si trova nel territorio comunale di Lunamatrona, provincia del Sud Sardegna, in località Nixias dalla quale prende il nome.
Cuàddu de Nixias è il nome dato alla stele nuragica dalla fantasia popolare (il cavallo di Nixias) e dovuto alla presenza di un foro circolare sulla parte superiore che, secondo la leggenda, serviva a legare i cavalli (veniva considerato il cavallo pietrificato di un mitico essere femminile).  In realtà non si conosce il reale utilizzo del foro, creato con molta probabilità in epoca più recente.
Il monumento, costruito con la marna locale, è il risultato di due fasi costruttive. Inizialmente fu realizzato il piccolo vano rettangolare delimitato da lastre ortostatiche, all’interno del quale sono stati rinvenuti reperti di cultura Monte Claro (seconda metà del III millennio a. C.).
Successivamente fu aggiunto un corridoio sepolcrale di tradizione dolmenica, realizzato con blocchi infissi al suolo a coltello, e un prospetto a esedra (parzialmente conservata) al centro del quale si ergeva una monumentale stele centinata, oggi mutila.
Proprio la presenza della stele centinata, solitamente diffusa nella Sardegna centro-settentrionale, rende questa tomba particolarmente interessante.
Ai due lati della stele, oggi spezzati e poco visibili, si trovano dei lastroni verticali, di altezza decrescente dal centro verso l'esterno che formano l'esedra, due ali curve per un'ampiezza di metri 13,90 di corda. Questo spazio di fronte all'ingresso era dedicato alla celebrazione dei riti in onore dei defunti. Il rituale di deposizione dei defunti è a tutt’oggi dibattuto: si ipotizza, ad esempio, che i corpi venissero preventivamente scarnificati mediante la prolungata esposizione all’aperto in aree cerimoniali, forse nella stessa esedra, e che quindi le sole ossa venissero depositate all’interno della tomba.
Nel corridoio e nello spazio dell’esedra sono stati ritrovati, ormai in frantumi, i vasi di corredo. Tra questi prevale la tipologia di vaso biconico con orlo a tesa piatta e spalla decorata con motivi di triangoli a dente di lupo o di scacchi riempiti di punteggiato. Questa tipologia è databile all’età del Bronzo Medio (XVI-XIV secolo a. C.).

I reperti archeologici rinvenuti in questo sito sono ora esposti presso il Museo Archeologico Genna Maria, a Villanovaforru.