Sa Corona Arrùbia

Villanovafranca

Il paese (1330 abitanti, da oltre venti anni afflitto da un inarrestabile
spopolamento), appartiene alla regione Marmilla nella Provincia del Sud Sardegna. L’abitato si adagia su un territorio di dolci colline (m 293 slm), degradante a W-NW verso la valle del fiume Riu Mannu e, a E-NE, innalzatesi prima verso l'altopiano di Mandas e Serri e poi lungo i rilievi di Escolca e Gergei. Da Cagliari si raggiunge con facilità, in meno di un'ora, percorrendo la S.S. 131 fino al bivio di Villasanta (km 40) per imboccare la S.S. 197 da percorrere per circa 13,5 km, ossia fino al bivio con la S.P. 36 direzione
Mandas.
 
I numerosi nuraghi presenti nel territorio testimoniano un'antica e densa antropizzazione della zona che proseguì sicuramente nel periodo punico, in quello romano e ancora nel medioevo. Tra i nuraghe più rilevanti per maestosità e vestigia affioranti vanno citati almeno Paberi, Tuppedili, Pranu sa Fèurra, Barbaraxinu, Cùcuru S’Arriu, Trattasi, Barraka is Dragonis. Il monumento più importante è però certamente il complesso archeologico di Su Mulinu, nuraghe complesso, costruito con lastroni in chiara marna calcarea e arenaria.
 
Nel 1541 Villanovafranca fu incorporata nella Baronia di Las Plassas e successivamente divenne feudo degli Zapata. Da allora seguì la storia di tutti i paesi della Marmilla ed oggi si caratterizza per un’economia a prevalente carattere agro - pastorale. Nonostante la grave crisi attraversata dal mondo agricolo, esistono ancora diverse aziende, alcune delle quali di notevoli dimensioni, dove si allevano suini, ovini e bovini. Rimarcabile la coltivazione di grano duro e d'altri cereali e quella degli ulivi che danno un prodotto d'ottima qualità annoverando il paese tra i più importanti produttori zonali. Da menzionare anche la produzione delle mandorle utilizzate per la preparazione dei tipici dolci sardi e la coltivazione dello zafferano di cui Villanovafranca è storicamente uno dei maggiori produttori isolani. Con San Gavino Monreale e Turri, Villanovafranca si fregia oggi del marchio DOP “Zafferano di Sardegna”.
 
La Parrocchiale di S. Lorenzo Martire, o Cresia Manna, come sono soliti chiamarla gli abitanti, sorge nella zona nord del paese. La chiesa, fiancheggiata da una pregevole torre campanaria, è in stile pisano, con pianta croce latina, e presenta all’incrocio dei bracci, sul tamburo, una ragguardevole cupola, visibile da gran parte della Marmilla. All’interno sono degni di menzione l’Altare marmoreo ed il pulpito, il cui pregevole basamento risale al 1800. Un vero capolavoro è il coro ligneo, interessanti anche la paratia lignea, nella sacrestia, e le numerose statue lignee, i cosiddetti Santus arrimaus, risalenti a periodi diversi e recentemente restaurati. Al centro del paese sorge la Chiesa di S. Sebastiano, sa Cresiedda, risalente alla fine del 1500. La singolare facciata in pietra, pregevole per la semplicità delle linee architettoniche, è stata realizzata da scalpellini locali. All’interno si segnalano l’Altare ligneo con motivi di finto marmo e l’organo, un vero gioiello dell’arte musicale della fine del 1700.
 
Grazie alle ricchezze del proprio patrimonio archeologico e sulla scia di un nascente sviluppo turistico che interessa complessivamente il Consorzio Turistico Sa Corona Arrubia, Villanovafranca oggi spera ed investe energie per creare finalmente nuove opportunità di rinascita economica finalizzate ad arginare il crescente spopolamento e le difficoltà della globalizzazione ormai imperante ed ineludibile.