Sa Corona Arrùbia

Las Plassas

Las Plassas abitato da 248 abitanti divisi in 106 famiglie, si trova a m 160 slm e dista 58 km da Cagliari; lungo la SS 197 è situato a 7 km da Villamar e 3 km da Barumini. Il territorio comunale si estende per 11,73 kmq nella Marmilla, regione geografica così denominata dal colle mammillare perfettamente conico di Cuccuru Casteddu che ospita i ruderi del castello omonimo e che in seguito diede il nome alla curadorìa di Marmilla nel Regno medievale di Arborèa. Già popolato in epoca preistorica, il territorio di Las Plassas conserva rilevanti testimonianze nuragiche Il villaggio di Ruinali Meseda o Pranu, con la Tomba di Giganti del II millennio a.C., scavata nel 1943 da Giovanni Lilliu, protetto dai nuraghi monotorre di Perdiedu, Passiali, Mariga e Bruncu Forru. Il nuraghe polilobato S’Uraxi, nella via fra il Flumini Mannu e Pauli Arbarei, protetto dai nuraghi d’avvistamento Margiane Muro, Etzi e Perda Mulloni. L’area fra la statale 197 e la chiesa di S. Maria delle Grazie, dove insistono due pozzi nuragici, nel cortile di un’abitazione privata e all’interno alla chiesa di Santa Maria, in un’area a funzione sacra legata al culto delle acque.
 
La prima notizia riguardante il castello di Marmilla risale agli anni del regno di Barisone I. Per saldare un debito con la Repubblica di Genova, nel 1172 il re affidò ai genovesi il nostro castello, le cui rendite avrebbero dovuto ripagare i creditori. Tornato in pieno possesso dell’Arborèa e respinti gli attacchi di Nino Visconti re di Gallura (il Nin gentil amico di Dante), dalla fine del XII al principio del XIII sec. il castello fu controllato dai pisani, la cui ingerenza nella politica arborense era in quel momento forte.
 
Nel 1420 Las Plassas, con tutto il Monreale e la Marmilla, venne infeudata ai de Montcada, quindi passò a Simone Royg e, dal 1454, ai Besalù che, nel 1539, vendettero il feudo agli Zapata. Alla munificenza degli Zapata si devono parecchie opere d’arte e di architettura ancora custodite nel paese: due campane del 1583 ma soprattutto il nuovo edificio parrocchiale, dedicato a S. Maria Maddalena. Di recente apertura è il Mud’A, il museo multimediale del Regno d’Arborea dedicato al nostro prestigioso quanto oscuro medioevo sardo.